mercoledì 22 giugno 2011

Tamarreide, italia 1 cade sempre più in basso

Si potrebbero dire tante cose, ma prima bisogna partire da un fatto. Dietro questa baracca c'è gente come Cristiana Farina (Vivere, Amiche mie, tra le altre cose) e Alberto D'Onofrio, esperto di docusoap da così tanto tempo che qualcuno pensa che sia stato proprio lui a inventare il genere. Con due nomi così, era complicato aspettarsi qualcosa di scadente. E infatti Tamarreide è, innanzitutto, un racconto ben costruito: personaggi e situazioni forti, un buon filo conduttore (I Tamarri alla Scoperta del Mondo), provocazioni (E voi, siete tamarri?), furbizie (i sottotitoli), tormentoni (Ahò, devi da èsse più circonciso! Te tiro la padella in testa! C'ha er foco che je esce daha capoccia), ritmo e buona volontà (D'Onofrio ha promesso una specie di cliffhanger di serie, per dire).
La prossimità tematica ha fatto venire in mente Jersey Shore ma in realtà qua non c'è niente di nuovo sotto il sole del "Prendi alcuni sconosciuti, mettili in un luogo X, crea della situazioni Y e tieni accesa la telecamera a documentario". Esempio: Davvero, 1995. Ma non vuol dire. La sorpresa di Tamarreide, se così si può dire, viene dalla tenuta in uno slot coraggioso, la prima serata: non parliamo di ascolti, quanto proprio della non voglia di cambiare canale (o streaming). La sensazione è che Tamarreide crescerà, d'attenzione e di discorso. E che le chiacchiere, vero, falso, verosimile, quel limone ci sarebbe stato lo stesso senza quella telecamera?, recitano non recitano, insomma: chisenefotte.

Intanto, constatiamo ancora una volta, tra gli Addetti ai Lavori e al Moralismo, la persistenza di una Buffa Abitudine, cioè quella di confondere il contenuto con il contenitore. Siccome il contenuto di Tamarreide è quello che è, allora tutto è quello che è, cioè Chiamiamo il Diavolo per l'Esorcismo! Cosa debbono pensare i nostri bambini di questa gente che non parla la nostra lingua, che va in giro colle zinne e le ciolle di fuori! Levate questo Trash che Offende il Buon Gusto. Dlin Dlon avviso agli amici dalla Facile Indignazia: Tamarreide non è trash. Il trash risiede, per esempio, in quello scarto tra intenzioni e prodotto finale, in quello iato tra ciò che voglio fare (un telefilm drama, un telegiornale serio) e quello che ottengo (un telefilm WTF, un telegiornale coi pinguini in estinzione). Tamarreide, per ora, è quello che è, quello che vuole essere, niente di più, niente di meno. Poi, vabbè, che c'entra, c'è sempre tempo per ricrederci e per ricredersi (avete notato che non ho nominato nemmeno una volta Fiammetta Cicogna? D'Onofrio, Farina, Tiraboschi, chi decide decide: levatecela di torno, spezza il discorso, interrompe le emozioni, lei sì, Finta).

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